Nessuna vita è sprecata, nessun errore è una perdita tout court.
Il periodo sovrastante può apparire quale groviglio di (2) frasi fatte: no, non è così!
Spesso io mi sono fossilizzato sui miei errori, sul mancare il bersaglio, il segno, in ciò che io ho mal compiuto.
No, qualsiasi azione non è mai una sconfitta! Farò un ragionamento contrario, al fine di spiegarmi meglio.
Dopo che si è conseguita una vittoria (un successo in genere), quante e quali sono le nostre aspettative future? Sono, per caso, le stesse di quelle a seguito di una perdita?
Molti di voi risponderebbero che, dopo un traguardo raggiunto, l’ansia sale di più, che le aspettative di stare a livello divengono cogenti…Si chiama ‘ansia da prestazione’ ed equivale a ‘paura di sbagliare dopo un successo’. Un circolo vizioso che la nostra mente, come tranello, ci pone dinanzi.
Avete visto che un insuccesso è abbastanza relativo, dunque.
Per il Signore, che ci ama nella nostra fragilità creaturale, i nostri errori sono sempre visti potenzialmente come trampolini, per lanciarci meglio verso il bene.
‘Amartion’, ‘peccato’, in greco, significa etimologicamente ‘mancare il bersaglio’.
Ragazzi, dopo un errore, il bersaglio e la freccia restano lì: siamo noi che ci blocchiamo sull’istante nel quale abbiamo scoccato un tiro deludente. Quello è stato. Adesso tocca riprendere con fatica la freccia e riprovare.
La vita del cristiano è così. Mai arrendersi e confidare in chi crede in noi, Dio.
Sbagliando si impara… ad amare!
Grazie.
Luca Sc.