Il Vangelo di oggi ci invita alla reprocità e alla fede.
La pagina che si ascolterà questa Domenica affronta tematiche tanto cogenti nella nostra compagine: le tematiche dell’equità, della prossimità, dell’uguaglianza, della reciprocità.
Lazzaro ha un nome. Epulone un appellativo, usato posteriormente dai Padri della Chiesa. Epulone deriva da Epulae (banchetto): egli è il banchettatore, dedito ai vizi, ai piaceri, al gozzoviglio. Lazzaro è conosciuto da Dio (nella parabola ha infatti un nome), misconosciuto dagli uomini del suo tempo, da colui che forse poteva aiutarlo.
La stessa, identica, triste e reale drammatizzazione avviene anche oggi: con il vicino di casa, con chi adesso è nel bisogno e un tempo si è mostrato nemico, con chi è indigente di affetto, con i migranti.
Non va escluso nessuno dal banchetto materiale, perché nessuno è escluso dal banchetto del cielo.
Come nessuno è escluso dalla Buona Nuova di Gesù, Colui che Risorge, dando vita nuova a chi crede in Lui. Ecco il secondo step di questa pericope evangelica: aver fede alla rivelazione unica e definitiva di Dio, costellata dalla Legge Mosaica, come pure dalle parole dei profeti, e ultimata dal Cristo.
Da Lui impariamo il comandamento dell’amore, a cui va subordinata la ricchezza e la gloria.
Piccola chiosa. Il 29 settembre è la Domenica del migrante e del rifugiato. La carità e il perdono non hanno confini territoriali.
Grazie a voi, cari lettori.
Luca Sc.