A tutti è capitato, almeno una volta nella vita, di avere a che fare con qualcuno dalle plurime facce.
Le persone, ahinoi, che a giorni pari pensano di volerci bene e a giorni dispari di detestarci, le abbiamo un po’ conosciute tutti.
Come reagisce un cristiano? Allontana? Odia? Urla la propria innocenza a ugola spianata?
Non proprio, anche se è molto difficile.
Difendendosi da chi assume tali particolari comportamenti, coloro che seguono il Cristo e ascoltano il suo Vangelo si sforzano – e di forza ce ne vuol tanta (!): per questo ci assiste la grazia – di pregare per il falso, che di certo non ci ha messi in grado di far una passeggiata tra rose e fiori.
Come primo comportamento, dunque, la preghiera.
In seconda battuta il credente in Gesù, con animo e voce fermi, espone il suo disagio, col rischio di restare, ovviamente, inascoltato.
La falsità infatti è furba e ingannevole.
Sebbene si sia personalmente eluso l’inganno, non è detto che gli altri si rendano conto delle acquisizioni del truffato.
La truffa consta nelle parole, che non parlano né di vero né di bene: le parole del falso trasmettono il veleno del non amore e della manipolazione della verità nella realtà.
Il disagio esposto con mitezza è come un seme d’amore nel cuore di chi ha mille volti.
Terza ed ultima reazione: il silenzio.
Lo star zitti, nella consapevolezza di ciò che si è oggettivamente subito, è eloquente, ovvero parla molto più di tante parole a propria discolpa.
Per avere forza in questo bisogna però ritornare al primo comportamento, alla preghiera.
La falsità fa parte della vita e delle sue sfaccettature; l’atteggiamento che si assume fa la differenza, determinando il nostro personale comportamento e la nostra difesa contro le voci e le azioni cattive e contraddittorie.
Piccolo appunto. Il lettore attento si sarà reso conto del mio uso differente dei termini ‘atteggiamento’ e ‘comportamento’: qui sta una sottolineatura sostanziale.
L’atteggiamento riguarda il mondo interiore, il mondo della coscienza e delle scelte profonde; i comportamenti sono relativi al primo e riguardano le azioni concrete.
In termini semplici, il falso assume, in linea di massima, tale comportamento in virtù di un suo atteggiamento intimo, profondo e previo.
Beninteso, è il nostro cuore che si apre alla verità o la ostacola: la preghiera, non a caso, serve a suscitare il cambiamento e in colui che subisce e in colui che vuole celare la verità.
In questa quaresima ascoltiamoci tra noi e ascoltiamo noi stessi nella verità.
Buon cammino,
Luca Sc.