Roma, 12 novembre 2018
L’amicizia, cantata dai più grandi oratori e Greci e Latini, importantissima, ad esempio, per Sant’Agostino e altri Padri della Chiesa in Oriente e Occidente, è nodo centrale, dopo l’imnamoramento per l’amata, delle nostre giornate.
Ma cosa è in sè l’amicizia?
La genesi di questa parola. ‘amicus’ è da ascrivere al XIII secolo, quando si cominciò a usare in relazione al verbo amare. ‘Amor’ in latino, nondimeno, ha il significato precipuo di ‘desiderare fortemente di’: significato lontano dal corrispettivo greco ‘filia’, che mette al centro la ‘relazione’, lo ‘spendersi per’.
L’amico è colui che ama in questo modo: ama di un amore ‘filantropico’, che permette che l’altro cresca e mai sia strumentalizzato.
L’amico è anche chi è ‘degno di fiducia’ e, dunque, può ascoltare le nostre ‘con-fidenze’. Pochi amici, o forse solo uno, ‘fidati’ e una famiglia: questi i tesori per custodire il cuore dell’uomo!
Troppo spesso, come la parola ‘amore’, il termine ‘amico’ è usato e abusato: ricordiamo che l’amicizia cristiana dovrebbe muovere tutte le nostre comunità.
Ricordiamo, altresì, che, come mistica insegna, Cristo è l’Amico dell’anima e offre a noi l’esempio più grande di amicizia.
Buona serata, cari amici.
Luca Sc.