Roma, 1 novembre 2018
Oggi, in questa Solennità del Primo novembre, tanti avranno scritto sulla santità; sui social, come anche in vari giornali online o blog, si sarà spiegato di tutto.
Io voglio invece fare un esempio: i Santi sono come canale privilegiato per la comunicazione con Dio; quando ero piccolo giocavo al ‘finto telefono’ fatto con bicchieri e spago.
I Santi svolgono la funzione dello spago del suddetto gioco: è un modo strano per spiegare la santità, ma, allo stesso modo, semplice e immediato.
Quando preghiamo e ci rivolgiamo all’intercessione di coloro che ci hanno preceduto nella sequela del Vangelo, stiamo parlando con Dio, aiutati dalla trasmissione della nostra voce da un filo invisibile e efficientissimo, dai santi.
La santità, oltre ad essere contagiosa tra i cristiani, è fonte di aiuto per tutti coloro che continuano ancora la peregrinazione nel mondo.
Rivolgersi ad un Santo significa riconoscere la santità di Dio e la bellezza della vocazione cristiana. L’aiuto che essi ci offrono è segno per seguire le orme di Cristo: orme già dai santi seguite.
Il filo che ci lega è il mondo da vivere con gli occhi del Vangelo: i Santi tifano per noi, affinché possiamo portare la ‘Buona Nuova’ nelle giornate semplici dei nostri giorni.
Quando sentiamo Dio lontano dalle nostre vite, i Santi intercedono e diventano come lampioni in una strada notturna diretta ad un faro luminosissimo.
La santità va ricercata, va festeggiata, va ricordata, va amata e vissuta da noi nell’esperienza della richiesta d’intercessione.
Coloro che hanno camminato nelle sofferenze della vita sanno bene a cosa noi andiamo incontro: hanno a cuore di avere qualche nuovo ‘collega’ in paradiso, quando un giorno giungeremo anche noi, lo si spera, alla visione della bellezza di Dio.
Santità, non a caso, significa anche ‘bellezza’: oggi è il giorno della bellezza della vita cristiana!
Auguri a tutti!
Luca Sc.