Di Luca Sc.
Roma, 16 giugno 2018
Il Vangelo di questa Domenica ci pone dinanzi ad un mistero grande: il mistero del già e non ancora.
Cosa è, innanzitutto, il Regno di Dio? Significa riconoscere la forza propulsiva del Vangelo e, dunque, la Signoria di Dio sul mondo; significa leggere e far leggere la realtà nella nuova mentalità del nuovo annuncio.
Il Regno di Dio comincia nella Chiesa: il germe di questo nuovo Regno, fondato dalla forza liberante del Vangelo, si rinviene, è bene sottolinearlo, fontalmente nella Chiesa.
Tra tanti inciampi e scandali, il germe del Regno cresce sempre più, fino alla fine dei tempi, alla mietitura.
Di cosa sto parlando? Della solidarietà, delle istanze sociali, del perdono, della rinascita di uomini e donne feriti. Tutto comincia qui e ora, per via dell’avvento del Regno di Dio, nella luce del Vangelo.
Il seme è stato piantato nella terra dal Cristo, che ci ha insegnato a dar fiducia al Padre, ha ristabilito la bellezza del rapporto con la Trinità Creatrice. Questo seme significa carità, sapienza nel leggere i segni dei tempi, novità contro il grigiore della reiterazione dei peccati umani, responsabilità solidale e solidarietà compresa e attuata da gran parte delle persone.
Il Regno vive nella dinamica del già e non ancora.
Già vediamo che si fa del bene, che la logica nuova del Vangelo avanza; vediamo, nondimeno, quanto ancora ciò non sia pieno, completo. La pienezza si vivrà nei cieli e nella terra nuovi… Non dimentichiamo, però, che il Regno di Dio è già in mezzo a noi!
Buona Domenica, cari lettori.
Luca Sc.