Di Luca Sc.
Roma, 14 giugno 2018
Vorrei dire anche io qualcosa sulla questione “immigrazione”, tanto discussa in questi concitati giorni.
Posso dire semplicemente: “basta!”. Conviene abbassare i toni, non darsi a fake news, leggere con coerenza e attitudine speculativa la realtà e usare quel pizzico di buona umiltà.
Lo dico apertis verbis: non tutti possono parlare di tutto, non tutti possono mettere becco su tutto. C’è chi sa, chi non sa e chi sa di non sapere.
Io, da teologo e quindi studioso anche di materie filosofiche, seguo il caro vecchio Socrate che, con il suo dubbio maieutico (saper di non sapere), ha stravolto l’occidente e la sua culla (Grecia antica).
Saper di non sapere, nell’era dei social, è alquanto controcorrente, ma, secondo me, è necessario.
Troppe voci, troppe urla, troppi concetti poco masticati nel cervello prima di essere espletati. Si vomita tutto, acriticamente.
Non ci sta nulla da dire in merito a navi e altro che non sia quello che dice Europa e Italia: del pensiero del mio vicino di casa, scusate il tono, non me ne importa nulla.
Non perché non abbia stima del mio vicino e amico, ma perché non penso ne sappia né meno, né più di me.
Salvare vite è il primo dovere dell’uomo; salvare la dignità è ad esso collegato. Su questi concetti nulla ci piove… Sulle modalità si può ragionare, ma con cautela e riflettendo pacatamente.
I toni non si alzano mai. Dico solo questo: il mondo è come una famiglia che abita sotto lo stesso tetto… Si convive nell’accoglienza, seguendo, ovviamente, delle regole. E ho detto tutto!
Buona serata, cari lettori.
Luca Sc.