Di Luca Sc.
Vicenza, 24 maggio 2018
Siamo al #festivalBiblico, a Vicenza, come ormai tradizione per noi del blog labrezzaleggera. Il terzo giorno della manifestazione, si chiuderà la prossima domenica, vede il suo epilogo con una tematica cogente per il mondo cristiano di oggi: le Chiese che vivono nella prova.
Il tema generale di quest’anno, a mo’ di fil rouge, è ‘futuro’, al quale la speranza non può non essere legata. ‘Futuro’: grande e positiva incognita nella mani anche dell’uomo.
Quale ‘speranza’, e dunque ‘futuro’, per le Chiese perseguitate?
La conferenza finale di questo giovedì 24 maggio vede avvicendarsi uomini e donne che si sono spesi per la missione: suor Elisa Kidané, comboniana di origine eritrea, padre Gianni Criveller, del PIME, per ventisei anni in Cina, Wael Suleman, Presidente della Caritas giordana.
Il silenzio sembra la cifra del sentimento che la società civile prova per i cristiani in sofferenza: un silenzio imputato alla maggioranza dei Mass Media, che non riporta quanto accade in ambiti ad essa più lontana, anche e soprattutto riguardo le Chiese.
L’africa, Chiesa martoriata e grande nella testimonianza, adesso ha molto da dare: non è più la giovane terra di missione, ma una comunità ecclesiale in un continente che oggi ha molto da offrire (santità, fede, fedeltà) al mondo e ai cristiani che lo abitano. Così chiude il suo intervento Suor Elisa. Da riflettervi, cari lettori.
Suleman ha dato la sua vita per i profughi, la Caritas in Giordania riesce a servire 400 mila persone l’anno. “Nell’andare a incontrare l’altro cadono tutti i muri”, afferma, dicendo anche che solo in tal modo la “caritas porta la vita”.
Padre Gianni Criveller ci ricorda, ad esempio, quanto Maria sia amatissima dai cattolici cinesi; il cristianesimo in Cina è presente sin dal 650 ed è oggi, pur tra tante difficoltà, in grande aumento, soprattutto tra i giovani universitari. 12 mln in tutto: l’1 % della popolazione del vecchio sol levante, con 110 giovani vescovi.
I cattolici, continua Criveller, vivono molte difficoltà, tra cui, come in Europa, la fatica nel trasmettere la fede. L’individualismo consumistico, recante in sé una pratica di vita poco sensibile alla trascendenza, è presente anche nella patria del mandarino; non ultime le molte molestie al poter vivere da cristiani, ai quali, a parte la Messa domenicale, poco è concesso.
Nondimeno la Bibbia è sempre più letta e la Caritas, in modo meno ufficiale, agisce per la promozione sociale e l’aiuto ai poveri.
I cinesi, è bene sottolinearlo, testimoniano al loro popolo: hanno conservato la fede tra enormi difficoltà e martirii, ancora adesso in parte presenti, e ne sono sapientemente consci.
Quanta speranza, cari amici.
Seguite il festival Biblico su http://www.festivalbiblico.it
Stay tuned!
A presto,
Luca Sc.