Di Luca Sc.
Roma, 1 maggio 2018
Oggi è il primo maggio, penso ve ne siate accorti. Incipit poco fantasioso a parte, la festa di San Giuseppe lavoratore, cui si inserisce la festa del lavoro, pone della materia di riflessione.
Che cosa è il lavoro? Perché lavoriamo? Domande di senso a cui bisogna rispondere cristianamente.
“Il lavoro nobilita l’uomo” recita un vecchio proverbio-sentenza: il problema sta nel capire quali estremi abbia questo “plus” nobilitante.
San Giuseppe viene in soccorso per lo scioglimento di tali dilemmi: ha lavorato, in silenzio, facendo semplicemente, e nella semplicità, il carpentiere.
Ogni mattina pensava a fare il suo lavoro per fare stare bene gli altri, per migliorare se stesso, la propria famiglia e, dunque, il mondo.
Il mondo? Sì, non mi sono sbagliato.
La società consumistica, infatti, ha perso il senso del lavoro, facendolo divenire mera produttività e profitto.
Brutta cosa, ma è così. Lavoriamo per avere benefit, per andare 10-15 giorni in vacanza, lontani da stress e paranoie varie. Da cristiani dobbiamo prendere atto che non possa essere così.
Il cristiano vive la logica dell’amore a ciò che si fa, dell’affetto alle cose belle, anche verso il lavoro che rende bello il nostro ambiente umano. Beninteso: non il lavoro per il lavoto, ma il bene e bello del lavoro, per l’espressione migliore dell’umanità.
Buona festa a tutti.
A presto,
Luca Sc.