Roma, 4 marzo 2018
Sono dentro una bella chiesa romana, di quelle piene di fedeli e ragazzi che cantano alla Domenica…una basilica popolare appena vicina al mio quartiere.
Un’ora prima della celebrazione mi ritrovo quasi solo, per non dire solitario, ad aspettare e pregare.
Silenzio, poche anziane signore che sgranano il Rosario, luce crepuscolare, scarpe zuppe per via della pioggia. Un’atmosfera che sa di regalo dal cielo. Sembrerebbe una giornata tetra e poco gioiosa, dato il clima umido e il contesto solitario, ma, per me che scrivo, non è così: a volte si avverte il bisogno di un silenzio vitale, di un silenzio che dialoga sinceramente.
Oggi, giornata di elezioni politiche italiane, di promesse elettorali, di speranze disattese per il futuro, non voglio lasciare spazio a ansie inutili: voglio partecipare al Rosario soffuso di tali vegliarde di fede.
Via le preoccupazioni circa la “spendibilità” dei miei studi, inadatti a questo mondo fondato sulla tecnica; basta col pensare ad un futuro senza prospettiva, tipico di noi (quasi) trentenni e non; basta!
Ci sono giorni in cui il silenzio in una chiesa profuma di dialogo con il Tabernacolo, col Dio Gesù che si avvicina a noi fino a farsi vita per noi.
Mi rendo conto che tutto questo è un dono, un presente libero dai legacci del dare-avere egoistico: un regalo vero.
Il cristiano dialoga con il Creatore e sa di essere ascoltato, anche quando non ha che il gusto sublime del silenzio.
Buona Domenica.
#RiflessioniCristiane vi aspetta ogni martedì… oggi è in versione eccezionale!
A presto.
Luca Sc.