Roma, 3 febbraio 2018.
Il Vangelo di questa quinta Domenica del Tempo Ordinario ci parla di prossimità, amore e guarigione.
I malati accorrono a Gesù, che non può non amarli. A partire dalla suocera di Simone (Pietro), fino a tutti coloro che da Lui, pieni di speranza, accorrono.
La febbre passa e chiama chi è guarito a farsi movimento di guarigione per gli altri, a farsi servizio.
Tutti passiamo momenti bui nella nostra vita, ma abbiamo la fiducia in Lui, nella sua forza, nel suo amore.
La febbre prima o poi passa, dal momento che Cristo è venuto per liberarci, per farci Risorti con Lui. Tutti siamo deboli, ma, come dice l’Apostolo Paolo, siamo forti in Colui che ci ama fino ad abnegare se stesso.
Nessuno è talmente d’acciaio da poter rifiutare questo amore: il nostro Dio ci ha chiamato ad una relazione di amore che guarisce.
“Guarire” non significa soltanto non provare più dolore: significa dargli senso.
Oggi abbiamo la certezza che dalle nostre febbri si guarisce, per potersi così perdere al servizio degli altri.
Una preghiera che chiede di uscire dalla sofferenza, senza l’apertura empatica a quella dell’altro, è falsa. Il nostro Dio salva, passando, Lui per primo, per lo iato del dolore fatto eminentemente di silenzio.
Per questo motivo tutti cercano Gesù!
A presto, cari lettori in cammino.
Luca Sc.