Ci troviamo in un bar: cosa vediamo? Gente che gioca a briscola, il nullafacente del quartiere che conferma le dicerie su taluna o talaltra persona, l’anziana che pazienta ad oltranza verso l’amica che giudica tutto e tutti, il barista che guarda scocciato quel cliente che chiede sempre credito…
Ci troviamo ad una festa parrocchiale: cosa vediamo? Se assistiamo a scene “da bar”, bisogna essere critici. Ce lo dice proprio Papa Francesco.
Oggi, festa dei Santi Pietro e Paolo, con simili parole si esprime il Pontefice: non siamo cristiani da salotto.
Cosa significa salotto? Significa club, socialità piena di buonista cortesia, critiche sussurrate all’orecchio.
Buonismo, infatti, non è bontà: il buonista galleggia sul “bene” che piace agli altri, il buono apre al Bene maggiore, oltre il comune utile.
“Si è sempre fatto così”, “Non urtare la sensibilità”,”Sorridi a tutti e cerca di unire utile a dilettevole”, “Evita: le persone potrebbero non capirti… finiresti come questo o quell’altro”: potrei continuare con le frasi tipiche dei salotti.
Menomale che il Vangelo ci dice tutt’altro. Il nostro parlare non doveva per caso essere “sì, sì” o “no, no”? Non dovevamo guardarci bene da coloro che adulavano gli altri?
Gesù, che conosce bene l’animo umano, ci mette in guardia dall’ipocrisia. E il salotto, menzionato da Francesco, si nutre di questa falsità.
Buona festa.
Auguri e a presto.
Luca Sc.