Mettersi in ascolto è cosa molto difficile in questo nostro tempo. Perché? Semplice: tutti chiedono un parere; tutti vogliono sapere, in ogni circostanza, da che parte si sia.
Purtroppo dobbiamo sempre “stare sul pezzo”, dobbiamo essere da una parte della barriccata o dall’altra. Domando di nuovo: perché?
Evidentemente ognuno ha bisogno di sentirsi compreso e accettato e, in fin dei conti, obbliga gli altri a perdere la propria specificità.
È più difficile ascoltare; è più facile lamentarsi di non essere ascoltati.
Questo stesso meccanismo lo usiamo anche con Dio. Spesso aspettiamo da Lui le parole che a noi piacciono. Dio, invece, ci chiede di entrare nella verità di noi stessi e questo richiede ascolto.
Ciò non significa dovere stare necessariamente in silenzio: significa mettere la volontà di Dio al primo posto; significa non “fissarsi” solo nelle nostre visioni delle cose.
Il cristiano è l’uomo dell’ascolto; l’uomo che ascolta la Parola fatta carne; l’uomo che ascolta il silenzio dell'”Ecce Homo”; l’uomo che ascolta la gioia intima dello stupore di Pasqua.
Facciamo posto all’Altro. Facciamo posto agli altri.
A mercoledì prossimo con l’ultima puntata del #QuaresiMix.
Grazie, cari lettori, per l’attenzione.
Luca Sc.