“Le (mie) parole sono sassi”, cantava un noto cantautore emiliano. È vero: quanto diciamo condiziona gli altri e, nella maggior parte dei casi, noi non ce ne accorgiamo…
Pensiamo al nostro tono di voce nelle conversazioni, agli aggettivi usati, all’uso indiscriminato dei pronomi personali etc…
Molte volte non riusciamo a dialogare: siamo tutti monologhisti in cerca d’autore, in cerca del Pirandello di turno, che sappia giustificare il nostro dolore come superiore all’altrui.
Le parole sono importanti: hanno la possibilità di descrivere le cose. Le nostre parole sono importantissime: “classificano” gli altri descrivendoli.
Pensiamo a quante volte usiamo le parole in questo modo… Soltanto con un tono di voce differente e sprezzante possiamo catalogare il comportamento di un amico.
Questo succede anche, e soprattutto, in TV. Avete mai assistito ad un talk show? Ognuno parla e si esprime sempre e solo per classificazioni:non si limita a descrivere, ma, in fin dei conti, a giudicare.
I sassi, prima o poi, vanno gettati. Abbiamo, a nostra volta, ricevuto tante “parole-sassi”, ma nessuno ci obbliga a tenercele in tasca come armamentario di guerra.
Con queste suggestioni vi auguro una buona settimana.
Grazie, caro lettore, per l’attenzione.
A presto.
Luca Sc.