A cura di Antonio L.
La seconda domenica del tempo di avvento ci offre la possibilità di fissare il nostro sguardo su un uomo che ha incarnato l’essenzialità evangelica, si tratta di Giovanni il Battista. Lui, il precursore, è la voce che grida nel deserto e prepara il popolo ad accogliere la Parola cioè il Cristo. Il battesimo di Giovanni è per la conversione, per il cambiamento di mentalità e il desiderio degli uomini di rivolgere il loro sguardo verso il Signore dopo essersi allontanati da Dio. Il Battista invita anche noi a fare un frutto degno della nostra conversione… non basta dire che Dio è nostro Padre… è necessario vivere secondo la volontà di Dio. Il desiderio per le comunità cristiane è quello di una conversione del cuore che ci permette di accogliere il Signore re di giustizia e di pace.
“Conversione” è un termine dal significato molto forte e richiede il coinvolgimento della parte più intima e radicata di noi come persone, come esseri umani. Si tratta di una rivoluzione che non si limita agli atti, ai gesti, nè ha una durata temporale limitata, perchè si tratta di un cambiamento esistenziale, un’adesione globale della persona, nell’intreccio dei suoi passi lungo tutta la Vita.
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