Roma, 2 Novembre 2016
Oggi è giornata di preghiera, giornata di suffragio, giornata di ricordo intriso di speranza. Siamo tramortiti, è vero, ma non siamo vinti. Abbiamo negli occhi la paura tangibile della morte, della furia omicida del terremoto, ma sappiamo di conoscere un bene maggiore, che ci rende vivi in questi giorni tumultuosi.
Riflessione, come al solito sui generis, quella qui presente, nondimeno abbastanza “calzante”: sì, lo affermo da solo.
Il viaggio ecumenico del Pontefice appena conclusosi in Svezia non è forse speranza, non è vita? Dove sta la voglia di ricominciare, lì sta il vivere stesso. Oggi si commemorano i fedeli defunti, ma, se ci si dice cristiani, non si può lasciare il posto alla vuota mestizia.
Bisogna dirlo a voce alta, bisogna custodirlo nelle nostre quotidianità: noi crediamo al Dio della vita, al Dio che si fa pregare di fronte alle macerie della Cattedrale di Norcia. Sembra che tutti si è avvezzi a voler fluttuare sulla catastofe, quasi a desiderare di vincerla anestetizzandola per sovraccarico emozionale. È allora vai col liscio dei reportage, coi valzer di cronache dei crolli… Così, però, si dimentica qualcosa di necessario, nonchè doveroso: la vita ama risorgere…e noi cristiani ben lo dovremmo sapere (o scoprire!).
A presto.
Luca Sc.